“WINE…NOT? CLAUDIO QUARTA VIGNAIOLO”, la kermesse enogastronomica dedicata alle migliori cantine italiane, svoltasi presso il Gran Caffè Ristorante Tito Schipa, venerdì 3 Febbraio scorso, che ha visto come protagonista la prestigiosa cantina “Tenute Emèra – Claudio Quarta Vignaiolo”. Ospite d’eccezione Alessandra Quarta, figlia di Claudio proprietario delle cantine Emèra, che oggi lo affianca nel management aziendale. L’abbiamo intervistata.
Alessandra sappiamo che la Tua famiglia non ha origini vignaiole, allora, come è nata questa grande passione?
Sicuramente è stata una passione nascosta, fino a quando, mio padre ha deciso di invertire rotta e da biologo, seppure un lavoro attinente con la natura, ha deciso di dedicarsi alla produzione di vini. Un percorso, comunque, tracciato da alcuni episodi che già lasciavano intravedere questo splendido cambiamento. Il tutto comincia dopo il trasferimento negli Stati Uniti, avvenuto, per motivi di lavoro, dove matura la decisione di ritornare nella Patria di origine e nei luoghi del cuore. Mio padre appariva sempre più deciso a cambiare lavoro indirizzandosi verso un nuovo percorso, quello di “Vignaiolo” ed inizia così la grande sfida, quella di produrre vini.
Vini di qualità ed eccellenza, ma, la sua volontà è stata soprattutto quella di cominciare dal Sud, il suo costante impegno è sempre volto alla valorizzazione di questi territori. Infatti, il nostro motto è: “Il Sud che Emoziona”, perché avvertiamo che questa terra non è solo una fabbrica che produce vino ma è una fabbrica di sentimenti che riesce a produrre Emozioni.
Alessandra, oggi tu sei nel management aziendale, come comincia la tua storia?
La mia storia è iniziata cinque anni fa, quando ho deciso di affiancare mio padre nell’azienda, ma si trattava di un impegno solo temporaneo. Dopo poco mi sono accorta che questo lavoro mi aveva completamente stregata e conquistata, così conseguita la laurea a Milano, ho deciso di trasferirmi al Sud facendo “mio” il sogno di mio padre. Oggi “Claudio Quarta vignaiolo” è una grande azienda che esporta l’85% dell’intera produzione nel mondo. Abbiamo tre cantine che sono anche luogo d’incontro, facciamo conoscere il mondo del vino, anche, attraverso l’accoglienza.
Quali sono le parole chiavi che identificano la tua azienda? Ci spieghi perché?
Passione, perché tutto è nato proprio grazie alla passione, e una seconda parola è condivisione perché i nostri successi sono condivisi con tutta la squadra.
Cosa cambieresti del mondo vinicolo italiano così com’è oggi?
Il mondo del vino, oggi, è ancora troppo elitario, le etichette non sono conosciute soprattutto dai più giovani, a differenza, invece di quanto accade per la birra. Questo dipende da una comunicazione che non avvicina il mondo del vino alla gente. Il nostro obiettivo in questa direzione è quello di produrre un “Vino Democratico” affinchè sia percepito, proprio, dal grande pubblico.
Da una nota di gusto passiamo ad una nota musicale , degustando un calice del Vino Claudio Quarta Vignaiolo, quale, potrebbe essere il brano musicale che accompagna questo momento?
“I heard it through the grapevine” di Marvin Gaye, un brano vicino alla vita vissuta nei vigneti, un brano che mi ricorda gli ambienti legati a questo meraviglioso mondo.
Grazie Alessandra Ad maiora